Ortodonzia Neurosensoriale®

Ortodonzia Neurosensoriale®

SCEGLIE QUESTO TIPO DI TRATTAMENTO CHI PENSA CHE UN TRATTAMENTO MECCANICO CLASSICO POSSA PROVOCARE DISTURBI

Nella mia esperienza professionale ricevo molto spesso persone,  giovani e adulte che presentano sintomi, alle volte anche invalidanti, comparsi dopo un trattamento ortodontico. Per verificare se il trattamento può essere la causa di tali sintomi, ho messo a punto una serie di test valutativi molto precisi. si dice in questi casi che il soggetto presenta una Sindrome da Dispercezione Orale. 

L’ortodonzia Neurosensoriale messa a punto dal dottor Marino, è una tecnica rivoluzionaria e unica nel trattamento delle malocclusioni.

 PARTE DAL CONCETTO CHE L’ORGANIZZAZIONE MORFOLOGICA DELLA BOCCA SIA UN SINTOMO DI UNA ALTERAZIONE SENSORIALE CHE TOCCA L’INTERO ORGANISMO.

La sua peculiarità si basa sull’utilizzo di stimolazioni sensoriali in luogo di modifiche meccaniche.
Questo significa che per raddrizzare i denti e modificare quindi l’occlusione, non ci si avvale di movimenti meccanici, ma si  permette ai denti stessi di trovare la loro posizione ottimale in modo spontaneo grazie all’azione di queste stimolazioni, il cui scopo sarà quello di regolare le informazioni sensoriali scorrette.
Questo nuovo modo di trattare le cattive masticazioni deriva da una serie di constatazioni cliniche legate ai trattamenti classici:
1. La non presa in carico delle cause della malocclusione.
2. La costante comparsa della recidiva.
3. La possibile comparsa di disturbi di varia natura come dolori, disfunzioni, anche a distanza nel corpo. Questi sintomi possono comparire già durante il trattamento ( dolori all’articolazione della mandibola, dolori cervicali o lombari, rumori all’articolazione della mandibola, cefalee, ecc.) o comparire a distanza di tempo, anche di molti anni.

Per quanto riguarda la recidiva molto si discute e si cerca di interpretarne i motivi, senza arrivare comunque a risolvere il problema.

Una ricerca pubblicata nel 2017 dalla British Orthodontic Society, ha stabilito che un trattamento ortodontico non ha mai fine: dopo 10 anni dalla fine del trattamento, il 70% dei soggetti rifà il trattamento a causa di recidiva. 


Per quanto riguarda la comparsa di fenomeni iatrogeni, attualmente si cerca di mascherare la cosa, anche se è inutile dire che i medici ortodontici più attenti e sensibili si confrontano quotidianamente su questo problema.

“All’ inizio della mia carriera come ortodontista, ormai trentennale, mi sono posto queste domande e ho cercato di darmi delle risposte attraverso una ricerca lunga, difficile ma entusiasmante.

Il concetto di neuro-sensorialità:
Per garantire un controllo motorio, e/o una postura corretta, il cervello deve ricevere una serie di stimolazioni sensoriali, le quali collaborando fra di loro garantiscono il risultato voluto. http://www.alfredomarino.it/cose-la-dispropriocezione/

Per fare un qualsiasi movimento il cervello utilizza una serie di sensori ( segnali sensoriali) che, collaborando gli uni con gli altri (percezione) realizzano il risultato desiderato.

SENSORE+ SENSORE+ SENSORE+ ecc. = PERCEZIONE

Facciamo un esempio semplice: se voglio prendere in mano un bicchiere i miei occhi si fissano su di esso ( un sensore) e il movimento del braccio e mano sono “guidati” dai sensori ( altri sensori) che si trovano nei muscoli ; il mio movimento sarà molto differente se sono in piedi o seduto, diritto o inclinato (sensori dei piedi, della schiena e/o dell’apparato vestibolare).
Se tutti i sensori lavorano in sintonia potrò, facilmente, ottenere il risultato voluto.

(((Lo stesso vale per la postura, per rimanere in piedi in posizione eretta per muoverci, poiché il cervello invia ai muscoli interessati delle informazioni corrette.))))


Cosa succede se uno o più di questi segnali non funzionano bene?
Spesso nulla, perché gli altri sensori riusciranno a compensare quello/i in difficoltà.
Se questo non avviene, diventerà più difficile eseguire un movimento, più dispendioso, meno vantaggioso, anche se non ce ne accorgiamo, questo perché i muscoli eseguiranno “spontaneamente” dei comandi non precisi.
Alle volte risulta evidente il problema:  la posizione del corpo sbilanciata, (spesso in avanti ) con la proiezione della testa in avanti, una certa cifosi dorsale, l’iperlordosi, ecc..ma il problema  potrebbe evidenziarsi anche nel bambino scoordinato che fatica a prendere la palla, che ha avuto difficoltà ad andare in bicicletta o che ha avuto un ritardo nell’imparare a parlare.
Questa posizione che per un osservatore esterno risulta “sbagliata”, per la persona implicata risulta normale. Infatti anche se, per esempio, ricorderemo al bambino di stare diritto, molto rapidamente ritornerà alla posizione per lui “normale”, quella che la sua percezione “sente” come corretta, anche se non lo è. http://www.alfredomarino.it/storia-della-posturologia/

LA POSTURA QUINDI NON E’ IL PROBLEMA MA SOLO UNA CONSEGUENZA

Tornando alla bocca, una cattiva o buona occlusione è paragonabile ad una  cattiva o  buona postura, ad un cattivo o buon controllo dei muscoli ( si def. Controllo motorio) I denti saranno diritti o storti a seconda della percezione corretta o scorretta, sia generale che locale.
In altri termini una cattiva masticazione spontanea, cioè  creatasi spontaneamente, sarà percepita SEMPRE come corretta, perché a monte, il sistema di percezione ( non corretto) si è costruito QUELLA posizione. Nel momento in cui noi modifichiamo meccanicamente la posizione dentale stiamo facendo esattamente come quando si dice al bambino “ stai diritto”!

MA SE IN POCHI MOMENTI IL BAMBINO TORNERA’ NELLA POSIZIONE SENTITA NORMALE PER LUI, NEL CASO DEL RADDRIZZAMENTO MECCANICO DEI DENTI L’AZIONE SARA’ IRREVERSIBILE E IL SISTEMA CERCHERA’ DELLE SCAPPATOIE, DEI COMPENSI. (LE RECIDIVE, I SINTOMI)