Trattamenti posturologici

Il dizionario Treccani del lessico universale italiano definisce la postura come “una posizione particolare del corpo, un atteggiamento, un mantenimento”. Questa particolare posizione del corpo serve prima di tutto a mantenere il nostro corpo in equilibrio in funzione di quello che facciamo o ci accingiamo a fare. Questa non deve però essere confusa con il movimento, anche se i legami tra postura e movimento sono molto stretti.

L’essere umano non possiede un organo dedicato a questa funzione ma un sistema molto elaborato che fa intervenire più organi. Questo sistema, inizialmente chiamato “sistema posturale fine”, adesso è preferibilmente chiamato “sistema posturale diritto” in riferimento alla sua funzione che è di tenere l’uomo “in equilibrio”. Esiste poiché l’uomo deve continuamente lottare con la gravità e deve anche essere in grado di rimanere stabile in rapporto all’ambiente che può essere mobile o nel quale deve poter muoversi

L’aggettivo “fine” utilizzato nel passato non era così privo di significato: se si modifica fortemente la postura di equilibrio di un soggetto, questo cercherà di evitare la caduta mettendo in campo dei meccanismi molto differenti da quelli che intervengono nel controllo della postura.

Il fatto che l’evoluzione abbia messo in campo dei circuiti che fanno intervenire molti organi senza una relazione evidente spiega in gran parte la scoperta, ancora incompleta, del sistema posturale da parte del mondo medico che è maggiormente abituato a trattare il corpo umano come una somma di organi più o meno indipendenti.

Questo sistema funziona in circuito secondo lo schema generale seguente:

  • ricezione delle informazioni tramite i recettori,
  • trasferimento delle informazioni ai centri neurologici,
  • trattamento delle informazioni da parte del cervello,
  • invio dei comandi agli effettori muscolari,
  • modifica degli effettori muscolari che a loro volta modificano i recettori; questo continua fino ad inviare le informazioni ai centri neurologici e funge da individuatore di errori funzionando con meccanismo di feed-back.

Questo sistema permette all’individuo di mantenere la proiezione del suo centro di gravità all’interno del poligono di sostenimento con estrema precisione.

Questo equilibrio non è statico bensì dinamico: il corpo oscilla continuamente di qualche grado intorno al suo centro di gravità, un po’ come mantenere in equilibrio su una mano un’asta. I movimenti disegnano anche un cono rovesciato di circa 4 gradi di diametro. Queste oscillazioni sono una necessità fisiologica in quanto nessun muscolo potrebbe sostenere un’immobilità completa. Le fibre muscolari hanno infatti bisogno continuamente di periodi di rilassamento e di contrazione alternati tra loro per evitare la comparsa di contratture.

Troviamo, in questa necessità di contrazioni e decontrazioni permanenti per assicurare una postura, un certo parallelismo con la funzione dei muscoli oculari e il loro ruolo nella fissazione di un’immagine: se si mantiene meccanicamente (con una pinza ad esempio) un bulbo oculare del tutto immobile, la percezione visiva sparisce immediatamente. I muscoli oculari hanno bisogno di contrazioni e decontrazioni alternate anche per non subire contratture e questa alternanza è necessaria alla funzione visiva retinica.


È essenziale comprendere che per elaborare delle strategie adattate, questo sistema posturale fa appello continuamente a degli schemi tattici che si acquisiscono nel corso della vita (ci vuole un anno in media ad un bambino piccolo per imparare a tenersi in posizione eretta). Si potrà migliorare le disfunzione del sistema modificando le informazioni date dai recettori ma anche arricchendo la “biblioteca” degli schemi tattici del paziente.

I recettori o le “entrate del sistema posturale”

Il sistema nervoso utilizza le informazioni date dai recettori per impartire degli ordini appropriati al sistema posturale. Ma, poichè i recettori sono contenuti negli effettori modificati da questi ordini, sono anch’essi all’origine del circuito di retro-controllo che caratterizza il funzionamento di questo sistema. A seconda che il recettore fornisca informazioni sull’ambiente interno od esterno parliamo di endo-cettore o eso-cettore.

L’occhio:

La cattura delle immagini da parte della retina fornisce al cervello delle informazioni sull’ambiente circostante e, soprattutto, sulla posizione e l’orientamento degli oggetti guardati. Questa proprietà fa della retina un eso-cettore.

La macula è normalmente considerata dal cervello come colei che dà la direzione “diritto davanti”. Essa ha come ruolo essenziale l’orientamento dello sguardo e l’identificazione delle immagini. Gioca un ruolo minore per il sistema posturale il quale utilizza essenzialmente le informazioni della periferia retinica.


La percezione di una linea verticale è un elemento che favorisce la stabilità dell’equilibrio. Ogni individuo ha un occhio che è maggiormente attivo per stabilizzare la postura durante la percezione di qualcosa di verticale: si parola di “occhio posturale”.

L’occhio posturale si situa a destra nel 55% dei casi e non è in relazione con l’essere destrimani o mancini e nemmeno con l’occhio “direttore”. La parte della visione maculare dell’occhio posturale non modifica il suo ruolo: questo conferma l’importanza della periferia retinica nel mantenimento della postura. Di conseguenza, un prisma posturale sarà attivo su di un occhio non avendo funzione maculare: è questo, ad esempio, il caso degli scotomi di neutralizzazione degli occhi strabici.

I muscoli:

I muscoli rappresentano una endo-entrata. I recettori sono i recettori sensoriali propriocettivi che risiedono nei muscoli o nei loro tendini.

I muscoli oculo-motori fanno evidentemente parte integrante del sistema muscolare. Per comprendere il loro ruolo nel sistema posturale, ci basta per adesso capire che, informando sullo stato di tensione dei muscoli oculomotori, i recettori propriocettivi permettono di dare al cervello la posizione dell’occhio nell’orbita. Ritorneremo sull’argomento più dettagliatamente e su questa funzione in particolare.

Il sistema vestibolare:

Il labirinto vestibolare è formato dagli “organi otoliti” (sacculi e utriculi) e dai “canali semicircolari”. I primi permettono di contrastare la forza di gravità e le inclinazioni della testa (accelerazioni lineari). I secondi sono sensibili alle rotazioni della testa (accelerazioni angolari).

I canali semicircolari sono in posizione ortogonale gli uni in rapporto agli altri ed ogni sistema è disposto a specchio rispetto a quello che è situato dall’altro lato della testa.

Questo sistema, principalmente sensibile alle accelerazioni, non è modificabile direttamente e questa caratteristica gli fa perdere molto dell’interesse pratico per il trattamento che ci riguarda.

E tuttavia importante notare che le vie vestibolari partecipano alla coordinazione dei movimenti degli occhi, della testa e del resto del corpo. I nodi vestibolari ricevono delle informazioni dai sistemi visivi e somatici così come dal cervelletto. A loro volta inviano, tramite il fascio vestibolo-spinale, ordini ai motoneuroni degli arti inferiori. Infine, tramite del fascio longitudinale mediano, controllano l’attività dei motoneuroni del tronco e del collo.

Il riflesso vestibolo-oculare permette il mantenimento della direzione dello sguardo quando il corpo è in movimento. Poggia su delle connessioni molto strette tra sistema vestibolare e centri oculo-motori.

Il piede:

Il piede presenta due tipi di recettori di diversa importanza per la regolazione posturale:

  • endocettori propriocettivi situati a livello dei tendini (organi di Golgi), dei muscoli (fusi neuromuscolari) e delle articolazioni (corpuscoli di Pacini)
  • esocettori che sono:
  1. barocettori stimolati dalla pressione sul suolo,
  2. termocettori stimolati dalla temperatura della pelle.

La percezione di una diversa pressione su una superficie plantare rispetto all’altra è un elemento cruciale per la regolazione dell’equilibrio.

La modifica della temperatura può, attraverso i circuiti riflessi corti, modificare lo stato di contrazione dei muscoli del piede. Il contatto con certi parti del piede con il suolo ne sarà quindi modificato.

La “dinamica del contatto” del piede con il suolo è cruciale. È particolarmente essenziale per il contratto dell’alluce che dà importanti informazioni per assicurare l’equilibrio alla fine del passo.

I centri neurologici

Le vie neurologiche della regolazione posturale sono ancora poco conosciute. È tuttavia certo che il ruolo essenziale è situato in strutture sottocorticali e che i fenomeni riflessi giocano un ruolo maggiore (vestibolo-oculare, vestibolo-oculo-cervicale, ecc.). Il cervelletto è considerato come un elemento chiave della coordinazione delle informazioni posturali.

Gli effettori muscolari

I muscoli ricevono gli ordini adattati al controllo posturale. Le modifiche della loro contrazione, sia essa tonica o fasica, vanno a provocare un cambiamento a livello dei recettori sensoriali propriocettivi. Questi ultimi, tendinei o muscolari che siano, vanno a loro volta ad informare i centri neurologici come endocettori, permettendo così l’autoregolazione del sistema posturale.

Gli effettori muscolari funzionano a catena. Le catene muscolari che vanno dalla parte superiore a quella inferiore del corpo incrociano, in genere, il muscolo diaframma che soventemente è considerato come un elemento “bloccante”: decontrarre una catena muscolare presuppone generalmente l’ottenimento preliminare di una decontrazione massima del diaframma. Quest’elemento è importante per spiegare il ruolo dato alla respirazione addominale negli esercizi di riprogrammazione posturale.

Tutti i muscoli non hanno la medesima importanza nella regolazione posturale. I muscoli paravertebrali e i muscoli delle cinture sono i più attivi, così come i muscoli che regolano i movimenti delle caviglie. I muscoli del collo, particolarmente ricchi di recettori propriocettivi, hanno un ruolo di primissimo piano.

Un posto particolare dev’essere attribuito ai muscoli masticatori le cui informazioni propriocettive sono portate, come quelle dei muscoli oculomotori, dal nervo trigemino. È del resto questo il caso di tutte le informazioni provenienti dalla bocca (gengive, lingua, labbra,…). Questo elemento potrebbe spiegare il ruolo “disturbatore” primordiale che può giocare l’apparato masticatorio nella regolazione posturale e nei trattamenti con prismi posturali.

Propriocezione muscolare generale

Se il nostro cervello è informato sulla postura del corpo grazie ai recettori della retina, dell’orecchio interno e dei piedi, è la propriocezione muscolare, compresa quella dei muscoli oculomotori, che dà al cervello la posizione relativa dei recettori gli uni in rapporto agli altri. A questo proposito, la propriocezione dei muscoli, elemento che gioca a volte il ruolo di effettore e di recettore al servizio di retro-controllo, ha qui un posto determinante nel soggetto che ci interessa.

La propriocezione si basa sull’esistenza, all’interno dei muscoli, di fibre muscolari specializzate sensibili allo stiramento, chiamate fusi neuromuscolari, che sono dei veri e propri rivelatori sensoriali.

Questi fusi sono associati a degli altri meccanocettori situati all’origine dei tendini: gli organi tendinei del Golgi.

I fusi neuromuscolari sono posizionati in parallelo rispetto alle fibre muscolari classiche e danno informazioni sulla lunghezza del muscolo. Gli organi del Golgi sono invece posizionati in serie rispetto a queste fibre e danno informazioni sullo stato di tensione del muscolo.

Più in generale, si può dire che nell’organismo esistono dei recettori propriocettivi a livello di tutti i tessuti connettivi e soprattutto a livello articolare.

I recettori propriocettivi somatici permettono delle risposte muscolari molto rapide durante lo stiramento muscolare (riflesso miotatico) e sono all’origine delle reazioni più lente e più elaborate che sono sottoposte ad un controllo dei centri nervosi superiori grazie alle vie spinali ascendenti e discendenti.

Tra queste vie discendenti si trova la via tetto-spinale che prende origine a livello del tetto e del collicolo superiore. Si pensa che a questo livello esista anche una buona rappresentazione del mondo esterno che permette al collicolo di controllare i movimenti oculari e corporei al fine di permettere alla fovea di fissare il soggetto che interessa.

Lo studio della funzione dei recettori propriocettivi si fa grazie all’applicazione di vibrazioni meccaniche sui muscoli, alla frequenza di qualche decina di Hertz, dopo aver bloccato la capacità visiva del soggetto.

Le vibrazioni danno un’impressione di stiramento del muscolo sottoposto allo stimolo. L’antagonista del muscolo che subisce la vibrazione registra questa illusione (le vibrazioni sopprimono l’informazione propriocettiva del muscolo stimolato): si fa vibrare un flessore della gamba per avere un’illusione di estensione della gamba e viceversa. Ogni volta che sarà testata la responsabilità della propriocezione in una funzione, si utilizzeranno delle vibrazioni per mettere in gioco dei recettori propriocettivi. Questo metodo è alla base della scoperta della relazione tra propriocezione muscolare e localizzazione spaziale degli oggetti.

Clinicamente non esiste un mezzo diretto per misurare la propriocezione. Proprio perché la propriocezione gioca un ruolo cruciale nel sistema posturale, è esaminando le anomalie posturali di un soggetto che si otterranno delle informazioni per stimare una eventuale disfunzione propriocettiva.